Oggi è il primo maggio, e non sopporto i piedi che mi hanno calpestato, imbottigliato, graduato in sospensione tra gli impalcati eretti sulla terra, nuda, compensati dai filari che inacidiscono il piacere aumentando a dismisura, come fossero scaffali, incrociati lignei tra le stoppie, a segnalare i loro nomi sulle sepolture.
Se morirò di luce, toglietemi gli occhiali, se sarà notte lasciatemi dormire.
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