Questo non è un libro che spieghi se e quanto la scienza di cui si parla nella fantascienza sia «vera» (anche se da queste pagine emerge sovente la dimostrazione che gli autori di fantascienza hanno anticipato, o commentato e ampliato, nozioni messe in circolazione dalla scienza). E non è nemmeno un libro sull’allegra inverosimiglianza della fantascienza. Androidi, iperspazio, astrogazione, cyborg, universi paralleli, alieni, macchine del tempo, scambio mentale, quarta dimensione... Una mappa coerente e «verosimile» (scientificamente verosimile) si disegna a poco a poco, ne nasce un’enciclopedia dell’immaginario che mostra punti di contatto sempre più inquietanti con l’enciclopedia detta «del reale». Così che a un certo punto ci si chiede se la fantascienza altro non faccia che trarre inferenze ragionevoli dai principi della scienza ufficiale o se la scienza ufficiale altro non faccia che trarre inferenze non sempre ragionevoli dalle intuizioni della fantascienza. Perché forse, in fondo in fondo, la fantasia e l’immaginazione – fondamento della fantascienza – non sono altro che una forma diversa (ma sempre valida) di conoscenza.
(Simone Valtorta)
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