Alcuni romanzi definiti «per bambini» in realtà sono dedicati agli adulti, un esempio è Il Piccolo Principe di Antoine Jean-Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry.
Il libro narra dell’incontro tra il Piccolo Principe, un bambino venuto dall’asteroide B-612 (l’ho specificato perché «i grandi amano le cifre» e «i bimbi devono essere indulgenti con i grandi») ed un aviatore costretto ad un atterraggio di emergenza nel deserto del Sahara da un guasto al suo velivolo. Il bambino racconta il suo fantastico viaggio che lo ha portato ad incontrare diversi strambi personaggi, stereotipi dell’umanità divisa in «cento e undici re, settemila geografi, novecentomila uomini d’affari, sette milioni e mezzo di ubriaconi, trecentododici milioni di vanitosi, cioè due miliardi circa di adulti», ovvero quegli «strani» grandi di cui si sorprende. Così facendo arriva ad «addomesticare» l’aviatore, cioè a «creare dei legami» con lui, come ben spiega la Volpe nel capitolo XXI. I due giungono a scoprire che le cose veramente importanti che si possiedono nella vita, cioè l’amicizia ed i legami veri e profondi, sono oltre ciò che ci è visibile.
«Ecco il mio segreto. È molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi»
Volpe, cap. XXI
Questo romanzo definito uno dei più bei classici per ragazzi e in realtà dedicato a Leone Werth, grande amico dello scrittore, è un libro fondamentale anche per gli adulti perché, come scrive lo stesso De Saint-Exupéry, «Tutti i grandi sono stati bambini una volta (ma pochi di essi se ne ricordano)».
Oggi, come non mai, c’è bisogno di ricordare quello che da bambini sapevamo riconoscere con sicurezza: ciò che c’è di importante nella vita.
(Silvia Armanini)
per un assaggio del libro: http://scrignoletterario.it/node/433
Commenti recenti
6 anni 37 settimane fa
6 anni 38 settimane fa
6 anni 49 settimane fa
7 anni 2 settimane fa
7 anni 2 settimane fa
7 anni 2 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 3 settimane fa
7 anni 4 settimane fa
7 anni 7 settimane fa