Si fa un gran parlare di Iran in questi mesi. C’erano saggi, alcuni anche importanti, ma io ho voluto cercare un romanzo che parlasse dell’Iran, dell’Iran dove tutto è cominciato: insomma l’Iran dei giorni della rivoluzione Khomeinista.
Si fa un gran parlare di Iran in questi mesi. C’erano saggi, alcuni anche importanti, ma io ho voluto cercare un romanzo che parlasse dell’Iran, dell’Iran dove tutto è cominciato: insomma l’Iran dei giorni della rivoluzione Khomeinista.
Negli anni ’70 del XX secolo cominciarono a diffondersi in modo inarrestabile le neuroscienze (che si rifanno a uno studio biochimico del cervello).
Trascorsi la mia prima estate a New York trotterellando dietro a mia zia Mame. Dal primo pomeriggio in avanti, cioè dopo la chiacchierata del mattino, la seguivo con discrezione quasi ovunque andasse - tè letterari, salotti, aperitivi. E sempre con il mio blocco sottobraccio.
Bisognerebbe forse interrogarsi sul perché un libro scritto oltre mezzo secolo fa – riproposto in italiano dopo decenni - e di un autore morto oltre trenta anni fa in povertà sia riuscito a scalare le classifiche di vendita in poche settimane.
Il labrador Prince - mentre attende che un veterinario gli somministri l’iniezione letale - rievoca la sua storia e narra in prima persona i motivi che lo hanno spinto a tradire “Il patto dei labrador”.
Juri Casati è nato nel 1975 a Monza, ha frequentato il Liceo Classico Leone Dehon e ha conseguito la Laurea in Filosofia all'Università degli Studi di Milano nel 2000. Attualmente è impiegato.
Doraimon! Non ti permettere! Non dire che l’America è lontana e che non c’entra un cazzo con me, con noi e con la Brianza. C’entra, c’entra, c’entra sempre. Hai presente, Doraimon, il video di Bruce Springsteen "Born in the USA"?
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