E' un romanzo questo che, fin dalle prime pagine, fa scordare che è scritto da un'esordiente.
Il Discepolo di Antonio G. D’Errico ti fa immergere in atmosfere oscure e ambigue di una città, Bergamo, notturna e spaventosa. Uno spavento che deriva dall’aria fredda dei monti intorno, dal gelo dell’animo di un branco di ragazzi che per un’allucinazione inconsapevole si trovano a celebrare riti satanici.
Il titolo di questo pamphlet, come lo definisce l'autrice che scrive sotto lo pseudonimo di Costanza Alpina, può sviare. Perchè Niente di personale contro Mara Carfagna.
Ci vuole pazienza. Ce lo ricorda bene, all’inizio della storia, la protagonista di questo romanzo.
Infatti, il libro ci mette un po’ a prendere quota, ma una volta che la raggiunge, non scende più.
E’ un continuo crescendo, la curiosità aumenta di pagina in pagina.
Zaira crede di sognare. Anzi, vorrebbe sognare. Invece scopre che la foresta incontaminata in cui si sveglia e i personaggi che incontra sono terribilmente reali. Così come lo è Dunamis, crudele e affascinante sovrano di Astos che intreccerà il prorio destino con quello della giovane.
E' una raccolta di racconti brevi (27 per la precisione) in cui l'autore narra, con ironia e serietà, le vicissitudini quotidiane degli uomini fermandosi a guardarle con una lente d'ingrandimento, una per ogni racconto, e, al termine di ognuno, il lettore si troverà toccato in un sentimento, in una singola parte della pro
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