I battiti dell’angelo
Dal mio mondo osservo,
pioggia di cenere.
È l’uomo,
con la sua ipocrisia.
Scorgo occhi smarriti,
sento grida disperate
di donne sedotte e piango,
frammenti di fanciullo,
spazzati via da ignobili guerre.
E tra le sbarre rimangono i sogni,
le speranze di chi ha lottato,
per una vita migliore.
Ora c’è il niente davanti ai miei occhi.
Soltanto distese d’antracite,
fiumi rossi d’innocenti,
e colonne di fumi d’ossa.
Eppure,
basterebbe per un istante
respirare il dolce profumo della Pace,
e magari, magari,
vedere il futuro
con gli occhi gioiosi
di un bambino libero di volare.
Il vecchio
Passeggio lungo il mare.
È inverno.
Tra gli scogli neri
Solitario,
un vecchio,
imprigionato nell’umidità.
Una canna,
l’accompagna.
Lui,
intravede il capolinea,
l’ultima pesca,
è buia come la fine.
I portici
I portici
sono affollati di gente
e dei giovani
deridono un vecchio ubriaco.
È facile schernire
quando le foglie
non sono ancora vizze.
Ma poi il tramonto
è uguale per tutti.
E la voce
diventa sorda.
Lacrime
Una donna
tra le lapidi fredde piange.
Io
le conto le lacrime.
Una
per ogni notte d’amore perduta.
Un ragazzo
Un ragazzo in città,
mi chiede spiccioli.
È la dose che uccide.
Io gli regalo soltanto un sorriso.
Preferisco la vita.
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